Valutazione rischio colpo di calore
L’anno 2017, come anche il 2003 sono stati caratterizzati da una Estate con temperature altissime che hanno comportato gravi sofferenze in varie categorie di persone e anche lavoratori.
In realtà il rischio da colpo di calore non è un’emergenza estiva ma una realtà che si ripete ogni estate. Il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008) indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e quindi anche al rischio di danni da calore.
Per questo le aziende interessate da questo rischio devono effettuare una specifica “valutazione del rischio”; ciò vale soprattutto nell’edilizia, dove il rischio è molto alto sia per l’entità dell’esposizione, sia per la pesantezza del lavoro, sia per l’elevato rischio infortunistico. Anche in agricoltura lavorando sia all’aperto che nelle serre, gli operatori sono esposti in modo rilevante al rischio di colpo di calore.
Presentiamo due documenti interessanti che ci possiamo ad aiutare ad effettuare la valutazione rischio colpo di calore.
Iniziamo da un metodo SECO del Suva
Lo strumento di valutazione è un adattamento del documento “A guide to heat stress in agriculture”, (“Guida allo stress termico in agricoltura”), EPA-OSHA, maggio 1993.
Questo metodo consente di valutare lo stress termico in modo semplice e rapido, ed è destinato agli organi esecutivi e alle persone di contatto per la sicurezza (PECO).
Le fasi della valutazione
La reazione del corpo umano al calore non dipende unicamente dalla temperatura dell’aria.
I rischi per la salute aumentano con l’aumento della temperatura dell’aria, nonché del tasso di umidità e di irraggiamento solare. I rischi sono maggiori per i lavoratori che esercitano sforzi costanti, che indossano abiti protettivi o che non sono ancora acclimatati. Questo strumento consentirà quindi di determinare questa temperatura corretta e la zona a rischio corrispondente.
Fasi:
• Misurare la temperatura e l’umidità relativa all’ombra (o consultare le previsioni e le registrazioni meteorologiche, ad es.: www.meteonews.ch)
• Valutare l’attività secondo la tabella
• Porre il valore della temperatura nella tabella secondo l’attività
• Valutare l’irraggiamento solare e gli indumenti tramite la tabella, determinare i fattori di correzione
• Correggere il valore della temperatura con i fattori di correzione
• Determinare la zona a rischio e applicare le misure corrispondenti tramite check-list
Limiti d’uso
Questo metodo può essere utilizzato solo in periodi di grande calore. I parametri utilizzati devono costituire una previsione delle peggiori condizioni della giornata. Questo metodo non tiene conto delle fonti di calore elevato (forni, processi industriali che generano calore), dell’effetto dell’altitudine (irraggiamento più intenso), della velocità dell’aria o dell’acclimatazione.
La scheda SECO del SUVA è scaricabile dalla sezione documentazione/linee guida/Linee guida SUVA
Il secondo metodo che recensiamo è stato pubblicato dallo Spisal di Padova scaricabile sempre nella sezione documentazione del nostro sito.
Buona lettura