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Pubblicato il 26 Settembre, 2022

Sicurezza nell’alternanza scuola lavoro. Una proposta operativa.

Quando muore un minore in un infortunio sul lavoro è un dramma per tutta la società e un dolore straziante per la famiglia che non riesce a trovare la logica di un evento del genere.

Poco dopo il fatto è difficile vedere la questione dal punto di vista razionale e si ha il bisogno di un capro espiatorio, di un colpevole, di un qualcosa a cui attribuire il fallimento del sistema per trovare un senso.

Molti commentatori trovano nell’alternanza scuola lavoro l’elemento debole, che dovrebbe essere o eliminato o corretto. Qualche altro professionista trova che il problema sia la mancanza di formazione degli studenti avviati in azienda.

Piuttosto che eliminare l’alternanza scuola lavoro è meglio alzare i requisiti per le organizzazioni ospitanti.

Anche se una piccolissima minoranza di criminali utilizza tale strumento per avere manodopera gratuita, la grandissima maggioranza delle imprese utilizza correttamente tale strumento, spesso conscia del valore sociale di tale attività a beneficio degli studenti e delle scuole.

alternanza scuola lavoro

Logo Alternanza Scuola Lavoro. Fonte: https://www.istruzione.it/

Obiettivi dell’alternanza scuola lavoro

Ricordiamo che gli obiettivi dell’alternanza scuola lavoro sono:

  • Per gli studenti: sviluppare da parte degli studenti un senso critico, completare la formazione teorica scolastica con competenze pratiche, tipiche di un vero ambiente di lavoro, testare l’inserimento in un contesto reale favorendo la comunicazione intergenerazionale.
  • Per le aziende: ridurre il divario tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro, avvicinando la formazione alle competenze e ai requisiti professionali richiesti dalla realtà economico-produttiva, creare relazioni stabili tra scuola e impresa, intrercettando in anticipo persone con competenze già formate e già abituate a interfacciarsi con una realtà aziendale.

Spesso tramite l’alternanza scuola lavoro le aziende sono maggiormente riconoscibili dal territorio per il proprio impegno e ruolo sociale.

I rischi presenti nell’ambiente di lavoro e nella società

Molti dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro riguardano tutte le persone che a qualsiasi titolo sono presenti. Anche se ovviamente i più esposti sono i lavoratori, in misura minore lo sono anche gli appaltatori, i visitatori e in generale terzi presenti nell’ambiente di lavoro a qualsiasi titolo, come appunto gli studenti in alternanza scuola lavoro.

Anche se la condizione è migliorata nel corso del tempo, nelle industrie, soprattutto PMI, esistono ancora situazioni ad alto rischio. Questo si traduce raramente in infortuni, più spesso in mancati infortuni.

Il rischio è sempre presente.

Anche se il mondo ideale è quello del rischio zero, nel mondo reale non si può escludere a priori qualsiasi rischio, anche per un minore in alternanza scuola lavoro.

I tutor e tutti i soggetti coinvolti cercheranno di fare il possibile, ma il rischio esiste dal momento in cui lo studente mette piede nell’area di lavoro. Negli uffici la situazione è a bassissimo rischio, ma nei reparti produttivi, se vogliamo che uno studente possa “vedere” come si fa, possa chiedere al tutor che cos’è un attrezzo di lavoro, come si usa ecc., dobbiamo accettare un minimo livello di rischio.

Il rischio zero non esiste nemmeno quando uno studente va a scuola a piedi, in bicicletta o in auto: le statistiche ufficiali dicono che abbiamo circa 600 pedoni morti l’anno, 250 morti in bicicletta, 750 in moto e oltre 1500 in auto. Non è a rischio zero andare in gita scolastica, non lo è andare sulle giostre, nemmeno stare all’interno di un’aula scolastica.

Per un genitore che ha perso il proprio figlio in una attività considerata scolastica questo non è accettabile. E’ comprensibile. A livello di società dobbiamo accettare un rischio residuo: differentemente non esisterebbero le fabbriche, i mezzi di trasporto, le sostanze chimiche, le giostre con cui giocare, le gite scolastiche. Non esisterebbe la società.

La formazione dello studente in alternanza non è l’elemento critico, è il livello di sicurezza dell’organizzazione ospitante ad esserlo. Questo impatta su tutti quelli che a qualunque titolo sono presenti nell’azienda, a partire dai lavoratori.

Come operatori di settore dobbiamo sforzarci di elevare al massimo il livello di sicurezza delle organizzazioni, di diffondere la cultura della sicurezza di tutti gli attori, dai datori di lavoro ai lavoratori e soprattutto dei preposti.

Dobbiamo far aumentare la percezione che determinati comportamenti sono pericolosi e come tali inaccettabili: questo che va insegnato ai lavoratori e anche agli studenti in alternanza.

Una proposta operativa

Per ridurre al minimo la probabilità di infortunio si potrebbe imporre un requisito di qualificazione minima che le organizzazioni dovrebbero possedere per ospitare studenti in alternanza scuola lavoro.

Tale requisito minimo potrebbe essere:

  • il possesso della certificazione del sistema di gestione della sicurezza ISO 45001;
  • aver posseduto negli ultimi 5 anni un indice di frequenza/gravità minore del 50% rispetto al settore di riferimento.

Potremmo pensare anche ad altri indicatori sulla figura del tutor, ma dobbiamo essere consci che questo riduce il rischio, non garantisce l’assenza assoluta di rischi.

Nulla garantisce il rischio zero, ma almeno alziamo l’asticella.

Crediamo che la cessazione immediata dell’alternanza scuola lavoro porterebbe una riduzione delle conoscenze e delle opportunità per gli studenti di oggi, futuri lavoratori di domani. 

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