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Accordo Stato Regioni formazione sicurezza 2024:

la verifica dell’efficacia della formazione

Abbiamo deciso di scrivere uno specifico post per questo tema che fa parte a tutti gli effetti del processo formativo progettazione, erogazione e monitoraggio per il quale abbiamo scritto altro specifico post.

È un tema difficile che pone parecchie sfide per cui è necessaria una specifica analisi.

VERIFICA DELL’EFFICACIA DELLA FORMAZIONE DURANTE LA PRESTAZIONE LAVORATIVA

“La valutazione dell’efficacia della formazione, parte integrante del processo formativo, ha lo scopo di verificare e misurare l’effettivo cambiamento che la formazione ha avuto sui partecipanti, attraverso l’interiorizzazione di concetti e l’acquisizione delle competenze necessarie, rispetto all’esercizio del proprio ruolo in azienda, con un effetto diretto sia sull’efficacia che sull’efficienza del funzionamento organizzativo del sistema prevenzionale.”

“La valutazione dell’efficacia della formazione dovrà essere svolta a posteriori, a una certa distanza di tempo dal termine del corso, durante lo svolgimento della prestazione lavorativa e dovrà constatare l’applicazione al lavoro di:

  • conoscenze, abilità e competenze acquisite dai discenti mediante l’intervento formativo;
  • comportamenti e pratiche abituali inerenti all’organizzazione, quali la corretta applicazione di procedure, schede lavorative, protocolli, ecc.”

Le modalità indicate nell’Accordo Stato Regioni del 2024 sono:

  1. Analisi infortunistica aziendale. Per la valutazione dell’efficacia dell’attività formativa può essere adottato un modello di studio pre-post, misurando l’incidenza infortunistica prima e dopo l’intervento formativo inclusi i “mancati infortuni”. Le informazioni raccolte consentono di effettuare l’analisi pre-post sugli infortuni e i “mancati infortuni” nell’arco temporale prescelto. Laddove l’analisi evidenzi carenze nelle conoscenze, competenze e abilità dei lavoratori, si dovrà valutare la possibilità di adottare azioni correttive.
  2. Questionari da somministrare al personale. Si tratta di valutare tramite un questionario di autovalutazione l’acquisizione di comportamenti sicuri da parte dei lavoratori destinatari dell’attività formativa. Il questionario può essere elaborato in base a diversi elementi: la percezione del pericolo da parte dei lavoratori, la conoscenza delle misure di sicurezza aziendali, la percezione dell’esperienza da parte del lavoratore.
  3. Check list di valutazione. La check list deve misurare la valutazione di efficacia dell’attività formativa attraverso l’osservazione dei comportamenti dei lavoratori nei confronti delle misure relative alla salute e sicurezza del lavoro. Si deve pertanto definire una checklist che risponda ad una serie di osservazioni per poter verificare se il lavoratore ha adottato dei comportamenti sicuri. Ad esempio, si possono individuare i seguenti elementi: utilizzo dei DPI, corretto utilizzo attrezzature, rispetto delle procedure di lavoro. Il check diventa, nel contempo, strumento di valutazione dell’efficacia della formazione durante l’attività lavorativa e strumento di controllo da parte dei soggetti della prevenzione aziendale.

Commento:

Delle tre metodologie proposte la prima non è applicabile. Solo grandi aziende hanno un numero di infortuni significativo. Nelle micro e piccole aziende gli infortuni statisticamente sono pochi. Non è affatto detto che un comportamento a rischio di un lavoratore che ha generato un infortunio o near miss sia stato erogato per carenza di formazione. Moto spesso il comportamento a rischio è rinforzato dall’organizzazione o da pressione dal vertice aziendale o altri fattori che nulla hanno a che fare con la formazione.

Soprattutto vale il contrario: se vi è carenza nella formazione erogata e vi sono comportamenti a rischio, non è affatto detto che vi siano infortuni e near miss.

La seconda (questionari) non garantisce affatto che un lavoratore correttamente formato che risponde in modo adeguato al questionario, si comporti in modo sicuro.

La terza, l’osservazione comportamentale tramite checklist (copiata dalla Behavior Based Safety), è l’unica modalità efficace e che ha senso. In realtà non misura solo l’efficacia della formazione, ma va a misurare se i comportamenti appresi realmente vengono scaricati a terra, quindi va molto oltre la formazione. Potrebbe anche succedere che un operatore non formato si comporta correttamente imitando gli altri. L’implementazione di tale metodologia non è banale perché richiede una progettazione del processo che non è prerogativa di tecnici che non conoscono la Behavior Based Safety.

Solo a titolo di esempio:

  • conoscenza dei comportamenti sicuri;
  • realizzazione delle checklist (quanto lunghe, per reparto/area/mansione, se anonime o no ecc.);
  • piano di osservazione (con che frequenza, con che criterio);
  • formazione degli “osservatori”;
  • spiegazione agli “osservati” lo scopo del processo;
  • data base per l’inserimento delle checklist di osservazione;
  • definizione degli indicatori. Quali?
  • formazione di chi esamina i dati e deve definire un piano di azione.

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