Pubblicato il 27 Maggio 2020

Gestione dei comportamenti di sicurezza e protocollo B-BS

Intervista all'ing. Riccardo Borghetto, autore del nuovo manuale EPC sulla scienza comportamentale e sull'applicazione del protocollo B-BS per la riduzione degli infortuni in azienda.

A maggio è uscito il manuale "Gestione dei comportamenti di sicurezza e protocollo B-BS" a cura dell'ing. Riccardo Borghetto, edito da EPC. Un approfondimento sul tema della scienza comportamentale e di come può essere applicata in azienda, attraverso il protocollo B-BS, Beahvior Based Safety, per ridurre il numero degli infortuni e delle malattie sul lavoro. La pubblicazione di questo libro ci riporta alle grandi questioni della sicurezza sul lavoro, andando oltre le preoccupazioni dettate dalla pandemia di Covid-19 su cui in questi mesi si è completamente concentrata la nostra attenzione. Abbiamo fatto alcune domande all'autore, per scoprire, tra le altre cose, che anche nella gestione dei nuovi comportamenti imposti dall'emergenza sanitaria, la B-BS può fare molto...

Perché un libro sulla B-BS?

Riccardo Borghetto: Sono convinto, e ci sono molti studi scientifici a sostegno della mia convinzione, che la gestione del comportamento umano sia fondamentale per conseguire il reale obiettivo di chi si occupa di salute e sicurezza sul lavoro, cioè fare prevenzione su infortuni e malattie professionali.

Purtroppo però, dal confronto che intrattengo, sia direttamente sia sui social, con molti colleghi mi sono accorto che spesso siamo così presi da questioni burocratiche che è facile perdere di vista questo obiettivo. Ho notato inoltre che nella maggior parte dei corsi per RSPP, percorsi di laurea e Master in ambito di salute e sicurezza sul lavoro la B-BS non viene trattata.

Da una parte, quindi, le contingenze quotidiane, e dall’altra una certa disinformazione ostacolano il conseguimento di obiettivi importanti in termini di sicurezza da parte delle aziende.

Ho avuto l’idea di scrivere questo libro perchè cerco di dare il mio contributo per salvare vite umane e migliorare la vita delle persone e sento che quello che conosco, grazie ad anni di studio, di investimenti di tempo e denaro in affiancamenti con esperti, è quello che può servire a molti colleghi.

A chi è destinato questo libro?

RB: A chi cerca un metodo realmente efficace al tema della prevenzione agli infortuni sul lavoro: consulenti, HSE manager, RSPP, ASPP, medici del lavoro, così come capi intermedi, dirigenti, preposti e chiunque debba gestire delle persone.

Ma può essere utile anche a chi non si occupa di sicurezza: la materia della gestione del comportamento umano, infatti, è di interesse anche per chi ha marito, moglie, figli o, più semplicemente, per chi intesse delle relazioni umane, cioè praticamente tutti. 

Una volta concluso il libro, il lettore avrà più chiaro cosa è e cosa non è il comportamento umano, come si modifica in modo efficace e cosa i neuroni ci fanno fare in modo prevedibile. Avrà più chiaro cosa fare per modificare il comportamento, anche se le condizioni dell’ambiente in cui si troviamo ci ostacolano. Acquisirà un nuovo punto di vista, come vedere le cose umane tramite un filtro colorato che fa apparire tutto secondo una nuova logica.

Quando ha capito che la B-BS sarebbe diventata la sua professione?

RB: Mi preme sottolineare che non svolgo solo interventi B-BS, ma opero da oltre 25 anni in ambito salute e sicurezza sul lavoro facendo molte altre attività, di cui la B-BS è un completamento. Mi sono accordo che l’assenza di conoscenza della gestione del comportamento umano in chi fa sicurezza costituisce un handicap, che fa percepire le cose nel modo sbagliato.

Sono venuto a contatto con la scienza del comportamento e con il protocollo B-BS per la prima volta nel 2008 in un convegno Aias a Milano. Ho capito che si trattava dell’anello mancante e mi sono buttato anima e corpo nello studio e nella pratica di questa disciplina magnifica. Dopo molti anni posso solo dire di aver visto giusto. E vedo che ancora la maggior parte dei colleghi che si occupano di sicurezza continua a non saper nulla di questa materia e continua con i soliti slogan sentiti un sacco di volte, senza sapere come fare a ridurre realmente in modo efficace il tasso infortunistico.

In cosa la B-BS è più efficace rispetto agli altri approcci alla sicurezza sul lavoro?

RB: La sicurezza e la salute sul lavoro dovrebbero essere affrontate da un punto di vista olistico. Si tratta di materie multidisciplinari che richiedono competenze di tipo tecnico, organizzativo, e comportamentale. 

Alcuni colleghi danno molta importanza all’aspetto tecnico ingegneristico, per altri la questione più importante è il sistema di gestione e il miglioramento organizzativo. Alcuni psicologi affermano che la sicurezza è solo un problema comportamentale, dal momento che circa l’80% degli infortuni sono di questa natura. E infine c’è chi afferma che la sicurezza è un problema di natura culturale e quindi risolvibile con la formazione a tutti i livelli, iniziando dalla scuola.

Dal mio punto di vista è sbagliato considerare un singolo aspetto come più importante degli altri. 

Bisogna partire da un dato di fatto: molti comportamenti a rischio nascono da disfunzioni organizzative che li rendono più comodi. Per esempio, ci sono casi in cui la sicurezza del macchinario è progettata male e ostacola l’attivazione dei comportamenti sicuri. Gli interventi di sicurezza efficace sono quelli che facilitano il comportamento sicuro, che rendono il comportarsi in modo sicuro l’opzione più comoda.

La BBS non è più efficace degli altri interventi. Semplicemente si occupa di un tema, il comportamento umano, che gli altri approcci non considerano o non gestiscono in modo efficace. Quindi integra in modo perfetto gli altri approcci (tecnico, organizzativo), facendoli funzionare meglio e arrivando a risultati di eccellenza.

Quando ci si avvicina alla B-BS si sente parlare di tanti concetti "nuovi", come il modello ABC, il rinforzo positivo, l'osservazione e le checklist. Tra tutti questi (anche quelli che non ho nominato), qual è secondo lei il concetto chiave, la sua arma più potente?

RB: La B-BS è come una macedonia che ha tanti ingredienti. Ognuno ha uno scopo ben preciso e contribuisce a renderla unica. Tra queste componenti il più rilevante è il processo di osservazione e feedback, mediante checklist comportamentali, condotto da colleghi su colleghi. E’ il processo che condotto con elevate frequenze determina il cambiamento culturale e il coinvolgimento di tutti. E’ una sorta di allenamento a “vedere” i rischi da parte dei lavoratori, a renderli “attivi”, nei confronti dei colleghi.

Altro elemento assolutamente centrale è il rinforzo positivo, quello che consente di aumentare la frequenza del comportamento sicuro e genera abitudini sicure.

Qual è la difficoltà maggiore che ha incontrato nella sua esperienza nell'avviare un protocollo B-BS in azienda?

RB: Le difficoltà che incontro sono di diversa natura, ma quella direi più insidiosa è quella di tipo culturale: molti HSE manager e Datori di Lavoro non capiscono che B-BS significa un cambio culturale, che richiede un impegno costante e significativo e non è solo un corso di formazione che si aggiunge agli altri. E’ un investimento importante che però fornisce risultati fantastici. Semplicemente, non sono informati dai loro canali di conoscenza principali (associazione di categoria, consulenti ecc.).

Questa disinformazione o interesse di tipo superficiale porta alcune aziende a tentare di approcciarsi alla B-BS in autonomia, senza l’affiancamento di una consulenza specializzata. Molte organizzazioni hanno “sentito” della BBS e tendono a farsela in casa, da soli, o con l’aiuto di consulenti “generici” che nulla sanno di B-BS. Non si rendono conto che non stanno implementando nulla di B-BS. Il risultato è ovviamente disastroso e non capiscono nemmeno il perché. Ci sono molte aziende che chiamano i loro processi interni di audit o di osservazione BBS. Non è sufficiente uno slogan per dare sostanza ad un processo.

Perché nell'ambiente della sicurezza sul lavoro c'è ancora da parte di alcuni, almeno in Italia, diffidenza nei confronti della B-BS?

RB: E’ la normale diffidenza verso ciò che non si conosce. E’ comprensibile ed è dettato dall’ignoranza.

Aver letto un articolo di una rivista specializzata o aver sentito qualcuno che ne parla non è sufficiente a capire in profondità che cos’è la gestione scientifica dei comportamenti e il protocollo B-BS. Bisogna averlo implementato in modo corretto e completo in varie aziende per avere chiaro il quadro della situazione. Come ho già detto molte aziende credono di avere implementato la B-BS, ma non è così. 

Poi c’è anche una questione di business. Ogni professionista cerca di vendere quello che sa fare meglio. In Italia organizzazioni che possano vantare implementazione di protocollo B-BS reali sono pochissime.

Il protocollo B-BS è adatto a gestire anche momenti di emergenza come quello che stiamo vivendo a causa di COVID-19?

RB: La B-BS è un ottimo strumento per la gestione di comportamenti ripetitivi. Non gestisce bene comportamenti che necessitano di cambiamenti improvvisi, ma crea una crescita culturale dei lavoratori in ambito sicurezza che favorisce il rispetto delle regole aziendali, tra cui quelle necessarie a implementare i protocolli anti contagio.

L’emergenza Covid-19 è però del tutto particolare, perché ci sono stati imposti nuovi comportamenti collettivi che a guardare bene, anche se ci sono decine di protocolli, sono composti da un numero di comportamenti anti contagio molto limitato. Ecco che la B-BS si rivela quindi un ottimo strumento per alzare la percentuale di comportamenti sicuri (come l’uso corretto delle mascherine o del lavaggio delle mani) in tempi rapidi.

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Libro - Gestione dei comportamenti di sicurezza e protocollo B-BS

Gestione dei comportamenti di sicurezza e protocollo B-BS

Autore: Riccardo Borghetto
Editore: EPC
Edizione: maggio 2020
Pagine: 224
Formato: 150x210 mm
ISBN: 978-88-6310-973-3
Prezzo: € 21,85



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