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Pubblicato il 05 Agosto, 2022

La valutazione microclimatica

La valutazione microclimatica

Con l’ondata di caldo che sta colpendo ormai da settimane la nostra penisola è tornata a far parlare di sé una valutazione del rischio spesso considerata superflua o non obbligatoria: La valutazione del microclima negli ambienti di lavoro. L’attenzione mediatica su tale tema, già estremamente alta a causa dei recenti infortuni avvenuti per stress termico, è stata ulteriormente alimentata dall’Inail e dall’Ispettorato del lavoro con due recenti pubblicazioni:

  • L’Inail a luglio ha pubblicato una “Guida informativa per la gestione del rischio caldo – progetto Worklimate” che si va ad aggiungere al volume pubblicato nel 2018 relativo alla valutazione di tale rischio;
  • L’ispettorato del lavoro a luglio tramite un comunicato stampa ha richiamato l’attenzione sui rischi per salute e la sicurezza dei lavoratori determinati dall’aumento di intensità e durata delle ondate di calore.

In linea con tale mentalità l’INPS già dal 2017 prevedeva che “le temperature, anche percepite, eccezionalmente elevate (superiori a 35°), possono costituire evento che può dare titolo alla cassa integrazione”.

Ora che abbiamo sottolineato il perché tale valutazione del rischio è in questo momento più che mai al centro dell’attenzione proviamo a vedere assieme perché è obbligatoria e quali sono, in estrema sintesi, i caposaldi di questa valutazione.

La valutazione del microclima è obbligatoria?

La valutazione del microclima è obbligatoria in quanto il D.Lgs. 81/2008 identifica il microclima come agente fisico e in quanto è obbligatorio valutare tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici.

Ad oggi non è presente un capo specifico per il microclima all’interno del Titolo VIII ed è quindi necessario, al fine di adempiere all’obbligo legislativo di cui sopra, fare ricorso alla documentazione tecnica di settore e alle principali norme che interessano tale tematica.

Come viene effettuata la valutazione del microclima?

In primis il valutatore si deve chiedere se l’esposizione a quella determinata condizione microclimatica potrebbe costituire un fattore di discomfort o invece un fattore di rischio per la salute. A seconda infatti della casistica si andranno non solo ad applicare norme differenti ma anche ad utilizzare sonde diversificate durante le misurazioni con la stazione microclimatica.

  • Nel primo caso, trattandosi di un ambiente moderato, si andrà ad applicare la norma UNI EN ISO 7730 e non si andrà a valutare un rischio per la salute ma, mediante il calcolo di alcuni indici globali (PMV e PPD) e locali (DR e PD) si andrà a individuare il livello di comfort/discomfort termo-igrometrico della mansione in esame.

La valutazione microclimatica

Quali parametri ambientali ed individuali prendere in considerazione in questi ambienti?

  • I parametri ambientali sono 4: temperatura dell’aria, temperatura media radiante, pressione parziale di vapore e velocità dell’aria;
  • I parametri individuali sono 2: attività metabolica e isolamento termico del vestiario.

 

  • Nel secondo caso, trattandosi di un ambiente severo caldo, si andranno ad applicare principalmente le norme UNI EN ISO 7243 (metodo WBGT) e UNI EN ISO 7933 (metodo PHS). Tramite tali metodi sarà quindi possibile individuare una precisa fascia di rischio e soprattutto individuare in maniera più precisa le misure di prevenzione.

 

Il metodo WBGT è sicuramente più semplice ma il metodo PHS risulta preferibile in quanto permette di individuare il rischio termico in maniere molto più accurata. Di seguito per questioni di brevità verrà preso in considerazione solamente tale metodo.

Quali parametri ambientali ed individuali prendere in considerazione in questi ambienti?

  • Con il metodo PHS gli stessi visti in precedenza.

 

Con il metodo PHS è quindi possibile ottenere due stime: Dlim-tre (tempo dopo il quale la temperatura rettale tre raggiunge il valore limite tre-max) e Dlimloss95 (tempo dopo il quale la quantità di liquido perduto supera il valore limite Dmax). il tempo massimo di esposizione viene posto pari al più piccolo di questi due valori.

 

Dopo aver visto in maniera estremamente sintetica il perché effettuare questa valutazione, di che parametri abbiamo bisogno e quali sono gli indici e le stime oggettive che è possibile ottenere ci teniamo a sottolineare che, specialmente in una valutazione come questa, la sezione fondamentale sono le misure di prevenzione da individuare al fine di cercare di ridurre al minimo il livello di discomfort/rischio per la salute.

 

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