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Pubblicato il 28 Maggio, 2021

Il registro dei controlli del comportamento umano

Se andiamo ad analizzare gli adempimenti di sicurezza sul lavoro sono tantissimi: omologazioni, certificazioni, verifiche periodiche, manutenzione, sorveglianza ecc.

Pensiamo solo al registro dei controlli antincendio: con cadenza mensile/trimestrale/semestrale ecc. bisogna controllare estintori, porte tagliafuoco, rilevatori di fumo, gruppi elettrogeni ecc.

Lo stesso dicasi per i dispositivi di sollevamento, i recipienti a pressione, gli impianti di terra e scariche atmosferiche, gli ascensori, le centrali termiche.

Poi i controlli sulla salute dei lavoratori (visite mediche iniziali, periodiche ecc.)

Ma anche le emissioni in atmosfera, in corpo idrico, i rifiuti sono monitorati periodicamente.

Gli agenti fisici come il rumore e le vibrazioni sono monitorati con cadenza quadriennale.

Insomma tutto sotto controllo. Un controllificio su tutto, tranne che sul comportamento umano.

Sappiamo bene che i controlli alla parte impiantistica sono importanti, ma quello che emerge è un grande vuoto, un silenzio assordante sull’aspetto che forse, è importante almeno quanto gli altri aspetti: il comportamento umano.

Sappiamo che molti infortuni e disastri sono generati da comportamento umano, che ha cause radice profonde e che derivano da aspetti culturali, valoriali e di abitudini consolidate che agiscono sul pensiero e sul comportamento dei lavoratori.

Ma perché non stabilire il “registro dei controlli” del comportamento umano.

Non possiamo aspettare ne gli infortuni, nè i near miss (che in ogni caso non sono quasi mai registrati) semplicemente perché è tardi. Sono indicatori reattivi.

Se si vuole realmente prevenire, bisogna monitorare, registrare, misurare, insomma tenere sotto controllo, il comportamento umano. E non certo con cadenza semestrale come per gli estintori.

Serve un monitoraggio molto fitto, almeno settimanale.

checklist del comportamento umano

Come fare? Chi si occupa di analisi del comportamento umano (Behavior Analysis), come il sottoscritto, lo sa benissimo. Quello che sembra una questione complessissima per alcuni, per me è banale.

Basta realizzare qualche checklist comportamentale, stabilire chi sono gli osservatori, definire un processo di osservazione e soprattutto decidere cosa fare per gestire le anomalie, cioè i casi di comportamento rilevato a rischio.

Più difficile è sapere come fare per far aumentare i comportamenti sicuri e diminuire quelli a rischio. Per questo serve una competenza professionale molto spinta sull’argomento. Anche se a prima vista la punizione (del colpevole) è efficacissima, ha molti effetti collaterali di cui bisogna essere consapevoli.

La B-BS, ovvero la Behavior Based Safety, lo fa, nel modo migliore possibile: mette sotto controllo il comportamento.

Ing. Riccardo Borghetto

Esperto certificato Behavior Base Safety

https://www.linkedin.com/in/riccardoborghetto/

 

 

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