Articolo su ISL di ing. Riccardo Borghetto su Behavior Based Safety
“Il protocollo Behavior Based Safety: più comportamenti sicuri, meno infortuni, incidenti e malattie professionali”
sulla rivista della WKI : Igiene & Sicurezza del Lavoro 5/2017 – VDR in pratica.
In Italia il dibattito prevalente sulla sicurezza e salute sul lavoro, sulle riviste e sui social, è prevalentemente incentrato sull’aspetto normativo e giuridico. Ogni volta che viene modificata una norma di legge, si discute l’impatto dei cambiamenti sulle organizzazioni. Come adempiere in modo corretto e come interpretare alcune parti poco chiare. Analogo dibattito riguarda le sentenze. Autorevoli giuristi commentano la nuova sentenza che conferma o smentisce un orientamento prevalente della magistratura.
Ad animare negli ultimi anni la discussione sono stati sicuramente la formazione e l’addestramento in tutte le forme, sia analizzando l’impatto per le aziende destinatarie della formazione, sia per la qualificazione degli operatori ed enti di formazione (RSPP/ASPP e formatori e soggetti erogatori). Il dibattito su come verificare l’efficacia della formazione sembra non avere mai fine. Le norme di legge misurano la formazione ancora in base alla quantità di ore erogate e ad aspetti formali che sono utili solo in fase di vigilanza o processo come attestazioni, registri ecc.
Le statistiche dell’INAIL, sempre espresse in termini di numeri assoluti, mostrano una tendenza infortunistica in calo negli anni della crisi, calo che sembra essersi quasi fermato nei primi mesi del 2017. Per inciso l’INAIL non elabora le statistiche di molti soggetti a rischio che non sono assicurati INAIL, come per esempio i lavoratori autonomi, molto frequenti in alcuni settori a rischio (agricoltura, edilizia…).
Non sono disponibili studi sulla differenza di prestazione in materia infortunistica tra aziende simili tra loro, della stessa dimensione e processo produttivo. Ad esempio, esiste uno studio INAIL [1] sulle presunte maggiori prestazioni da parte delle aziende che hanno adottato sistemi di gestione della sicurezza, ma sarebbe più utile conoscere il perché aziende sostanzialmente gemelle per dimensioni e processo produttivo hanno prestazioni molto diverse. In pratica sarebbe opportuno valutare in termini obiettivi e scientifici le performance dei vari modelli di sicurezza applicati.
Uno studio di Aubrey Daniels, uno dei più importanti esperti mondiali di analisi e modifica del comportamento applicata alle organizzazioni, mostra che invece ci sono aziende che hanno tassi di infortunio sistematicamente più bassi del parametro di riferimento di un fattore 10, 100 o anche 1000 in alcuni casi. Le aziende che hanno prestazioni altissime sono tutte caratterizzate da una efficace gestione dei comportamenti di sicurezza.
[1] Barra M.I., Morinelli G., Terracina A., I dati INAIL sull’efficacia dei SGSL per ridurre gli infortuni, Osservatorio ACCREDIA n. 1/2012
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