Il rapporto tra l’uso di cellulari e l’insorgere di tumori (e in particolar modo di tumori al cervello) è una delle questioni su cui vi sono molte discussioni e molti timori da parte delle persone e dei lavoratori.
Finalmente un documento dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con CNR, ENEA e ARPA-Piemonte, basato su solide basi scientifiche, analizza la presunta correlazione tra cellulari e tumori, chiarendo che non ci sono evidenze di pericolosità sull’uso dei cellulari, che non avrebbero un ruolo prticolare nello sviluppo di tumori.
Senza entrare troppo in dettagli per i quali rimando agli allegati ci limitiamo riportare qui sotto alcuni passi significativi del documento.
Appurato che non sembrano esserci rischi particolari, è comunque sempre utile fare prevenzione. A tal proposito segnaliamo un vademecum sul corretto utilizzo dei cellulari, utile per i bambini e per gli adulti, elaborato da ARPA FVG.
Cellulari e tumori: cosa dice il documento dell’ISS
“Gli impianti per telecomunicazione sono aumentati nel tempo ma l’intensità dei segnali trasmessi è diminuita con il passaggio dai sistemi analogici a quelli digitali”.
“Gli impianti WiFi hanno basse potenze e cicli di lavoro intermittenti cosicché, nelle case e nelle scuole in cui sono presenti, danno luogo a livelli di RF molto inferiori ai limiti ambientali vigenti“.
“La potenza media per chiamata di un cellulare connesso ad una rete 3G o 4G (UMTS o LTE) è 100-500 volte inferiore a quella di un dispositivo collegato ad una rete 2G (GSM 900-1800 MHz)”.
“Ulteriori drastiche riduzioni dell’esposizione si ottengono con l’uso di auricolari o viva-voce. In modalità stand-by, il telefonino emette segnali di brevissima durata ad intervalli di ore, con un contributo trascurabile all’esposizione personale”.
Evidenze epidemiologiche sul rischio di tumori
“La relazione tra uso del cellulare e incidenza di tumori nell’area della testa è stata analizzata in numerosi studi epidemiologici pubblicati nel periodo 1999-2017. La meta-analisi di questi studi non rileva alcun incremento del rischio di neoplasie maligne (glioma) o benigne (meningiomi, neuromi acustici, tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari) in relazione all’uso prolungato (≥10 anni) del cellulare”.
“L’ipotesi di un’associazione tra RF emesse da antenne radiotelevisive e incidenza di leucemia infantile, suggerita da alcune analisi di correlazione geografica, non appare confermata dagli studi epidemiologici con dati individuali e stime di esposizione basate su modelli geospaziali di propagazione”.
Evidenze sperimentali di cancerogenicità
“I numerosi studi effettuati su diversi modelli animali, nell’insieme, non mostrano evidenza di effetti cancerogeni dell’esposizione a RF, né effetti di promozione della cancerogenesi da agenti chimici o fisici”.
“Per quanto riguarda gli studi sperimentali su sistemi biologici isolati, la maggioranza degli studi disponibili non evidenzia danni al DNA a seguito dell’esposizione a RF”.
“Valutazioni successive concordano nel ritenere che le evidenze relative alla possibile associazione tra esposizione a RF e rischio di tumori si siano indebolite e non richiedano modifiche all’impostazione degli standard di protezione correnti”.
Download
Studio ISS su cellulari e tumori – Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche
Sintesi – Presentazione del Rapporto ISTISAN 19/11 a cura di Susanna Lagorio e Mauro Biffoni
Vademecum sul corretto uso dei cellulari – Usare ma non farsi usare