Il sito prevenzionecantieri.it ha pubblicato un opuscolo dal titolo “allestimenti di sicurezza e classificazione delle superfici dei tetti per uso e manutenzione” sviluppato dal Gruppo di Lavoro D-A-CH-S (gruppo di lavoro internazionale formato da esperti provenienti dalla Germania, Austria, Svizzera e Alto Adige con lo scopo di perseguire regolamenti standardizzati internazionali per sistemi di protezione contro le cadute dall’alto nei lavori in quota).
“Per via della responsabilità a carico dei committenti-proprietari-utenti, riguardo agli allestimenti di sicurezza, per i lavori di manutenzione eseguiti successivamente nei fabbricati”, esistono “poche basi di pianificazione e decisione per la scelta, il montaggio e il dimensionamento” degli allestimenti di sicurezza anticaduta.
“Le case costruttrici, prescrivono abbastanza bene le procedure di montaggio degli allestimenti, ma invece la pratica dimostra, che a causa della mancanza di precise prescrizioni, spesso vengono progettate ed eseguite soluzioni minime oppure anche soluzioni insensate o sovradimensionate. L’idoneità ed efficacia di questi allestimenti di sicurezza, utilizzati dopo alcuni anni, spesso risultano essere insufficienti”.
In questo senso può essere di grande aiuto una normativa specifica riguardo a “se” e “come” i tetti devono essere attrezzati.
Le raccomandazioni contenute nel documento regolamentano dunque gli allestimenti di sicurezza anticaduta permanenti per tetti a falda e tetti piani durante l’utilizzo e la manutenzione dei tetti. Infatti i lavori sui tetti di lunga durata – ad esempio per eseguire una nuova copertura o il suo ampliamento – necessitano di allestimenti tecnici di sicurezza collettivi, di opere provvisionali ed organizzative per i lavori edili.
1) la “categoria di utilizzo” (che dipende dall’intensità di utilizzo e della manutenzione);
– CAT. A (molto basso): intervallo per interventi di manutenzione con frequenza maggiore di 5 anni; non sono necessari regolari lavori di manutenzione (esempio: casa familiare con giardino, capannoni agricoli ed industriali senza problemi con la neve).
– CAT. B (basso): intervallo di manutenzione con frequenza probabile da 2 a 5 anni (tetti piani, tetti di superfici pubblici con prevedibile sgombro neve).
– CAT. C (medio): intervallo per interventi di manutenzione con frequenza probabile minore di 2 anni (tetti che necessitano sgombro neve, tetti con inverdimento, zone di manutenzione come impianto condizionamento).
– CAT. D (alto): interventi di manutenzione ad intervalli brevi (zone su tetti che necessitano spesso di lavori di manutenzione).
2) la formazione dei “gruppi di persone” che lavorano in quota: si passa per quattro livelli da “persone formate sull’utilizzo e costruzione delle protezioni anticaduta” a “circolazione pubblica di persone”.
18/02/10 : Delibera regionale sulle misure da predisporre negli edifici per i lavori in quota. La Delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 2774 del 22 Settembre 2009, le “Istruzioni tecniche sulle misure preventive e protettive da predisporre negli edifici per l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori di manutenzione in quota in condizioni di sicurezza”.